1. La vecchia di Via Cognini - prima parte

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    By Elnuyn il 19 Feb. 2014
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    "Vecchia strega, vecchia strega!!" gridarono i bambini in coro, lanciando bastoni e arance verso l'anziana signora che se ne stava china sulla sua terra, con le mani impastate di fango, mentre urlava verso di loro. Gracile e al contempo forte, affondava le ginocchia nodose nell'erba bagnata, imprecando e portandosi le mani nere verso il volto rabbioso. Non sa se aveva immaginato tutto o meno, perché quando scostò le mani dal viso e riaprì gli occhi, i bambini erano scomparsi. Nella fatica di rialzarsi, appurò con amarezza che attorno a lei giacevano arance marce e rami secchi. Con un nodo che le stringeva la gola, rientrò in casa, facendosi largo tra sacchi di terra e legna accatastata qua e là nel piccolo giardino sul retro. Le campanelle dello scacciapensieri che aveva appeso alla porta anni addietro, suonarono armonicamente mentre attraversava l'uscio e si richiudeva la porta alle spalle, con un cigolio. Quella che un tempo era stata una cucina linda e calorosa, adesso si presentava come una stanzina buia e affollata di scatoloni, impilati l'uno sull'altro e sistemati senza un ordine preciso tutt'intorno, lasciando libera una sottile striscia di pavimento che girava attorno al piano cottura e conduceva fuori dalla stanza, come una sorta di corridoio dalle pareti polverose. Se qualcuno avesse chiesto a Clara che cosa ci fosse in quegli scatoloni, lei non avrebbe saputo che cosa rispondere. Forse avrebbe detto che probabilmente vi era qualcosa di importante , che un tempo aveva ritenuto utile conservare, e che, pertanto, avrebbe continuato a custodire, anche senza avere ora il minimo ricordo di cosa fosse contenuto in molte di quelle scatole. Alcune di essere erano ormai marce e tane perfette per topi e scarafaggi. Clara conviveva da anni con quegli inquilini e pensava di aver raggiunto un buon equilibrio perché a quanto pare riuscivano a non darsi fastidio a vicenda. Lasciava che loro vivessero dentro la sua cucina, nel fondo di quelle scatole, a patto di non vederli in giro , e a tal proposito, per evitare che se ne andassero troppo a spasso per tutto l'appartamento, lasciava loro avanzi di cibo in terra, vicino alle loro tane. La Clara di un tempo non avrebbe mai pensato di ritrovarsi a vivere così, un giorno.
    Ma, ormai, quella Clara non esisteva più. Era sepolta sotto la coltre di polvere che adornava la piccola casetta, assieme alle fitte ragnatele che penzolavano dal soffitto. Sulle pareti grigiastre, il tempo aveva lasciato una patina unta, che ora aveva inghiottito anche le poche foto rimaste appese, in mostra nella loro , un tempo, bella cornice. I pochi ricordi ancora vivi della Clara che fù, della vita che aveva vissuto. Ma l'aveva davvero vissuta? A volte, poteva starsene ore davanti quelle immagini sbiadite senza davvero ricordare i momenti vissuti che erano ora incorniciati dinnanzi ai suoi occhi malati. Quasi come se qualcuno avesse appeso in casa sua, le immagini della vita di ...

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